mercoledì 17 aprile 2013


Bauhaus, una parola, più significati.

Risalgono a diversi anni fa il mio amore e la mia curiosità per la “Bauhaus”. Scoprii questo “movimento” , sebbene specifico che di movimento in senso semplicistico non si possa parlare, in occasione di un esame di disegno industriale (comunemente conosciuto come “design”) che sostenni quando mi trovavo al corso di Scienze della Comunicazione. Il nome completo era “Staatliche Bauhaus”, era una scuola di architettura, design, ed arte che nacque in Germania e che operò a Weimar, Dessau ed a Berlino. Il termine dato alla scuola  fu ideato da Walter Gropius perché richiamava la Bauhutte (la loggia dei muratori nel periodo medievale). Ma ho introdotto l’argomento utilizzando il termine “movimento”, perché? Perché si può dire che la scuola ben presto impersonò un punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti di avanguardia e di innovazione che operarono nel campo del design e dell’architettura. La scuola tedesca non studiava solo la pittura, la scultura e l’architettura, ma anche discipline quali la tipografia, il design, le tradizioni artigianali e la fotografia. Le opere prodotte dalla scuola erano caratterizzate dall’assenza di aggiunte ornamentali, così da sottolineare le proprietà dei materiali utilizzati. Scopo fondamentale di tali opere era l’equilibrio tra aspetti funzionali, tecnici ed artistici. Con la nascita dell'industria, che produce in serie, mediante macchinari, e fornisce prodotti funzionali allo scopo prefissato, vengono meno i problemi di natura estetica, e si segna la decadenza dell'artigianato. Si contrappone, così, ciò che è “utile” a ciò che è “bello”. L'idea di riscattare l'oggetto d'uso dall'appiattimento della produzionein serie è interesse della Bauhaus. Lo stile innovativo del Design Bauhaus, fondeva la purezza della forma con l'evidenza della funzione. I suoi mobili e suoi complementi di arredo, realizzati tutti con il tipico Design Bauhaus, nacquero dal genio di grandi architetti del Movimento Bauhaus che mirarono a creare un’ unità culturale per superare l' antagonismo tra artista ed artigiano, nel momento in cui sorgevano un’estetica industriale e un linguaggio formale collettivo. La scuola democratica Bauhaus fu fondata sul principio della collaborazione reciproca tra maestri e allievi proponendo una "sintesi" tra arte, artigianato e industria: realizzare prodotti di Design Bauhaus funzionali e allo stesso tempo di elevato valore estetico per la società di massa. Alla Bauhaus insegnarono, direttamente o attraverso le pubblicazioni edite dalla stessa Bauhaus, grandi professionisti come pittori, scultori e scenografi; tra i protagonisti del Design Bauhaus si possono annoverare designer del calibro di Paul Klee, Johannes Itten, Piet Mondrian, Oskar Schlemmer, Vassilij Kandinsky, Lyonel Feininger, Mies van der Rohe, Josef Albers e Marcel Breuer. La mia, ovviamente, è solo una leggera introduzione a questa scuola, per approfondirla e studiarla ci sono i libri di storia dell’arte. Chi, invece, adorasse viaggiare può sempre farsi un giretto al Museo sito in Berlino che raccoglie documenti, articoli, e progetti relativi alla scuola. 

Bauhaus design. Lampada.

Sedia "Barcelona" di Mies van der Rohe

Tipografia Bauhaus.


Sembra strano come un giochetto scoperto tra le innumerevoli “app” a disposizione gratis su un cellulare possa farti conoscere “un nuovo mondo”. Ebbene, giocando giocando, ho scoperto che Bauhaus è anche il nome che è stato scelto da un gruppo inglese del genere post-punk-gothic rock formatosi nel 1978. Il loro nome iniziale era “Bauhaus 1919” e fu preso proprio dalla famosa scuola d’arte tedesca. Negli anni Settanta il genere gotico era di personaggi quali David Bowie o Ian Curtis (dei Joy Division). Ma i Bauhaus iniziarono così, il loro primo successo fu “Bela Lugos’s dead” singolo dedicato propriamente al vampiro Dracula interpretato dall’omonimo attore. La copertina del cd rappresentava l’attore stesso con le ali da pipistrello. La canzone dura ben nove minuti. In breve divenne un successo e venne esportata nelle discoteche underground assieme a quello stile cupo, caratterizzato dalla primazia del nero, di cui si facevano icone i componenti del gruppo. La canzone che ho scelto per accompagnarvi in questo viaggio un po’ artistico, un po’ musicale è “Passion of Lovers”. (A.)

Bauhaus, band gothic-rock.

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