venerdì 10 maggio 2013


Missoni

Quando si sente il nome Missoni non si può non pensare alle sue meravigliose fantasie colorate.





Tutto nacque circa 60 anni fa, quando i coniugi Ottavio e Rosita Missoni iniziano a produrre modelli nella vecchia fabbrica di scialli della famiglia di lei. Nel 1958 le loro produzioni furono notate ad una manifestazione milanese e la Rinascente commissionò la realizzazione di 500 abiti a righe, che però solo nel 1962 si trasformarono nel motivo a zig-zag che ha reso celebre i tessuti della casa. Fu in quell’occasione, che li avrebbe finalmente fatti conoscere ad un vasto pubblico, che il marchio da Jolly Maglificio cambiò in Missoni.

Pubblicità del 1958 per la collezione disegnata per la Rinascente.

Al 1967 risale l’apertura della prima boutique e il primo articolo dedicato al marchio apparso su Arianna. Il 1969 è l’anno della consacrazione a Parigi e della copertina su Elle.


I Missoni sono stati spesso indicati come “geni del colore” e sono stati tra i primi ad osare l’accostamento di un top con motivo a zig-zag e di una gonna a pois.
La loro fantasia è sempre stata grande: strisce, zig-zag, tartan, patchwork, mélange e tante fibre diverse: sete, cotoni, lini, rayon, mohairs e filati metallici in lurex e lamé.



Campagna P/E 2013

Da allora, il motivo è apparso ovunque e la maison non si è limitata alla realizzazione di abiti, estendendosi agli accessori e persino alla casa, con la creazione di tessuti e motivi appositi per divani, tendaggi, vasi, set da tavola o da bagno.


Curiosità: durante la presentazione della collezione del 1967 a Firenze, presso Palazzo Pitti, il colore dei reggiseni delle modelle era quello sbagliato, così furono fatte sfilare senza ed essendo alcuni modelli troppo sottili, per effetto delle luci, questi risultarono trasparenti. La cosa risultò al contempo positivamente e negativamente stravagante, “ben vista” dalle riviste di moda e condannata dall’organizzazione perché contro la pubblica decenza. Così la casa di moda non fu invitata l’anno successivo, ma la cosa portò ugualmente grande pubblicità. 

E, infine, ad accompagnare il post, la canzone "Life in technicolor" dei Coldplay:




(M.)

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