Appassionarsi al Burlesque partendo dal
neo-Burlesque per poi scoprire che le sue radici sono ben più lontane. Molti
collegano il Burlesque allo spogliarello, all’apparenza, allo spettacolo
pomposo fatto di pochi oggetti scenici: cappellini bombati, boa di struzzo,
glitter, vestaglie paillettate, calze con la riga, tacchi vertiginosi, qualche
sgabello, rossetti sgargianti e così via. Piume, sensualità, lingerie, lustrini
insomma, nulla di più. Memorabile l’immagine di Dita Von Teese mentre fa il
bagno nell’enorme coppa di champagne nella serata d’apertura del Festival di
Sanremo 2010. Essere una "Burlady"
ovvero una donna del Burlesque, arte sottile dello streap tease in versione
vintage, però, secondo me è un’arte.
Coreografie, recitazione, avanspettacolo, seduzione ed eleganza, non c’è nulla
di volgare: è semplice varietà. La donna ne è protagonista. Parte attiva dello
spettacolo, assolutamente lontana dall’immagine della classica valletta che si
muove sul ritmo di ritornelli dance pronta ad abbandonare la scena al termine
dello stacchetto. La Burlady canta, recita, balla, si sa muovere sul palco, ne
è padrona. Il Burlesque nacque in Inghilterra nel diciassettesimo secolo
acquisendo, nell’Ottocento, caratteristiche sempre più parodistico-satiriche.
Era composto da caricature, ballerine e danze. Negli Stati Uniti si diffuse a
metà Settecento, ma inizialmente non godette di grande popolarità. Il periodo
aureo lo si può inquadrare dalla fine dell’Ottocento alla Prima Guerra
Mondiale, nei decenni successivi venne poi introdotto lo spogliarello ed
aumentarono le esibizioni di nudi scenici. E in Italia? In Italia qualche similitudine del genere la
si può trovare già a partire dagli anni trenta nell’arte del mimo e del
trasformismo di Leopoldo Fregoli, nel teatro di rivista e di Ettore Petrolini e
nell’avanspettacolo. Negli anni novanta poi, sull’onda della moda legata alla
cultura vintage, è nato il new-burlesque e si è giunti alla sua icona moderna:
Dita Von Teese. Anche il cinema non è rimasto indifferente al genere. Secondo
me il pioniere del Burlesque cinematografico è Bob Fosse: personaggio eclettico
per il suo amore a 360 gradi nei confronti dello spettacolo. Lo ricordiamo come
attore, regista, coreografo, ballerino e sceneggiatore, si dedicò sia al cinema
che al teatro e mutuò tanto dal Burlesque. Il richiamo immediato è a “Cabaret”
film del 1972 con Liza Minelli, un film musicale ma anche con una trama
importante: il centro della storia è la vita ai tempi della Repubblica di
Weimar nel 1931, prima dell’ascesa del partito di Hitler. Sally-Liza è la
protagonista, soubrette di un locale frequentato da intellettuali, borghesi,
omosessuali, personaggi variegati con uno stesso interesse: lo spettacolo, il
Cabaret. Nel 2010 il film “Burlesque” di Steve Antin, vede come protagonista
una bellissima e sensuale Christina Aguilera affiancata da Cher. La trama è
diversa, ma gli insegnamenti di Fosse sono ormai insiti negli spettacoli di
Burlesque inseriti nell’omonimo film. Ma
adesso lasciamo perdere la storia e le reminiscenze teatrali e
cinematografiche, per questo basta fare una semplice ricerca in rete. Quello di
cui voglio parlare, perché più mi incuriosisce è: ma ad oggi il Burlesque c’è
in Italia? Ci sono manifestazioni? C’è Burlesque in tv? Sicuramente di
Burlesque in tv ad oggi non credo si possa parlare, il corpo della donna è spudoratamente commercializzato
ed usato. Non c’è arte, ci sono solo corpi in mostra, un po’ come le galline
nei loro recinti: tutte uguali, che sorridono e ballano a tempo, e
(permettetemelo!) vuote. Esibizioni prive di significazione, balletti che
restano impressi nella mente dello spettatore per quei labili secondi di
presenza scenica, subito dimenticati. Si ha un uso dell’immagine femminile, ma
la donna non sa “usare” la propria immagine al meglio. E’ lì sulla scena, ma è
come se non ci fosse, è presenza fisica, pronta a smaterializzarsi non appena
il jingle finisce. Detto questo, mi sono messa a fare ricerche in rete per
vedere se in Italia si tengono manifestazioni dedicate al Burlesque ed ho
notato (con mio grande stupore!) che a Milano da alcuni anni si tiene il “Milan
Burlesque Award”, ideato e prodotto da “Les Vedettes, agenzia di booking
Internazionale per eventi di Varietà e Burlesque. Quest’anno si è alla terza
edizione. Nel weekend del 17-18 maggio sarà ospitato al teatro Elfo Puccini di
Milano. Si premierà l’artista migliore tra venti Vedettes selezionate in tutto
il mondo. Per quanto riguarda il vestiario, invece, c’è da sottolineare la
Yamamay Christmas Collection 2010 che era completa di gadgets, cosmetici, capi
di intimo e di abbigliamento. La collezione proposta non passava certo
inosservata: bustier, baby doll, reggicalze e corpetti con fantasie e linee che
richiamano all’atmosfera da Burlesque. Mentre per quanto riguarda il Natale
2012, l’ambientazione della campagna pubblicitaria è stata il Lido de Paris,
locale famoso per spettacoli sugli Champs Elysees. Anche in questa collezione c’era
un attento richiamo al Burlesque con pizzi e merletti pizzi e merletti per sottovesti e completini effetto vedo
non vedo arricchiti da una cascata di paillettes. Sempre nella campagna
pubblicitaria hanno partecipato anche due sportivi: Massimiliano Rosolino e
Diego Occhiuzzi che invece, proponevano una linea più ironica ma altrettanto
sexy. Ammetto di essere curiosa già da adesso in attesa della prossima
linea Yamamay 2013, chissà se verrà
riconfermata la tendenza al Burlesque.
Liza Minelli in "Cabaret".
Dita Von Teese.
Locandina della Manifestazione dedicata al Burlesque.
Christmas Collection 2010.
Christmas Collection 2010.
Christmas Collection 2012.
Dopo
questa leggera e rapida panoramica non posso che introdurvi a questa citazione
di Attilio Reinhardt, il più famoso ricercatore italiano sulla storia e la
cultura del Burlesque:
“Una delle formule di maggior successo
prevede una serata totalmente dedicata al Burlesque, in cui il luogo dello show
si trasforma in un locale d’altri tempi, dove persino gli spettatori diventano
parte dello spettacolo, vestendosi con abiti vintage, anche improvvisati. Sul
palco,le
artiste si esibiscono con un tocco di malizia, trasformandosi di volta
in volta in danzatrici esotiche, eroine cinematografiche, icone dei Sixties,
donne – gatto… A scandire il ritmo dello show, il presentatore, dai modi
affabili e divertenti.”
Per concludere, i video scelti per questo post sono: "Mein Herr" interpretato nel film "Cabaret" da Liza Minelli e "Show me how you", cantata da Christina Aguilera nell'omonimo film "Burlesque"(A.)
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