lunedì 8 aprile 2013


All that Burlesque!


Appassionarsi al Burlesque partendo dal neo-Burlesque per poi scoprire che le sue radici sono ben più lontane. Molti collegano il Burlesque allo spogliarello, all’apparenza, allo spettacolo pomposo fatto di pochi oggetti scenici: cappellini bombati, boa di struzzo, glitter, vestaglie paillettate, calze con la riga, tacchi vertiginosi, qualche sgabello, rossetti sgargianti e così via. Piume, sensualità, lingerie, lustrini insomma, nulla di più. Memorabile l’immagine di Dita Von Teese mentre fa il bagno nell’enorme coppa di champagne nella serata d’apertura del Festival di Sanremo 2010. Essere una "Burlady" ovvero una donna del Burlesque, arte sottile dello streap tease in versione vintage, però, secondo me è un’arte. Coreografie, recitazione, avanspettacolo, seduzione ed eleganza, non c’è nulla di volgare: è semplice varietà. La donna ne è protagonista. Parte attiva dello spettacolo, assolutamente lontana dall’immagine della classica valletta che si muove sul ritmo di ritornelli dance pronta ad abbandonare la scena al termine dello stacchetto. La Burlady canta, recita, balla, si sa muovere sul palco, ne è padrona. Il Burlesque nacque in Inghilterra nel diciassettesimo secolo acquisendo, nell’Ottocento, caratteristiche sempre più parodistico-satiriche. Era composto da caricature, ballerine e danze. Negli Stati Uniti si diffuse a metà Settecento, ma inizialmente non godette di grande popolarità. Il periodo aureo lo si può inquadrare dalla fine dell’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale, nei decenni successivi venne poi introdotto lo spogliarello ed aumentarono le esibizioni di nudi scenici. E in Italia?  In Italia qualche similitudine del genere la si può trovare già a partire dagli anni trenta nell’arte del mimo e del trasformismo di Leopoldo Fregoli, nel teatro di rivista e di Ettore Petrolini e nell’avanspettacolo. Negli anni novanta poi, sull’onda della moda legata alla cultura vintage, è nato il new-burlesque e si è giunti alla sua icona moderna: Dita Von Teese. Anche il cinema non è rimasto indifferente al genere. Secondo me il pioniere del Burlesque cinematografico è Bob Fosse: personaggio eclettico per il suo amore a 360 gradi nei confronti dello spettacolo. Lo ricordiamo come attore, regista, coreografo, ballerino e sceneggiatore, si dedicò sia al cinema che al teatro e mutuò tanto dal Burlesque. Il richiamo immediato è a “Cabaret” film del 1972 con Liza Minelli, un film musicale ma anche con una trama importante: il centro della storia è la vita ai tempi della Repubblica di Weimar nel 1931, prima dell’ascesa del partito di Hitler. Sally-Liza è la protagonista, soubrette di un locale frequentato da intellettuali, borghesi, omosessuali, personaggi variegati con uno stesso interesse: lo spettacolo, il Cabaret. Nel 2010 il film “Burlesque” di Steve Antin, vede come protagonista una bellissima e sensuale Christina Aguilera affiancata da Cher. La trama è diversa, ma gli insegnamenti di Fosse sono ormai insiti negli spettacoli di Burlesque inseriti nell’omonimo film.  Ma adesso lasciamo perdere la storia e le reminiscenze teatrali e cinematografiche, per questo basta fare una semplice ricerca in rete. Quello di cui voglio parlare, perché più mi incuriosisce è: ma ad oggi il Burlesque c’è in Italia? Ci sono manifestazioni? C’è Burlesque in tv? Sicuramente di Burlesque in tv ad oggi non credo si possa parlare, il  corpo della donna è spudoratamente commercializzato ed usato. Non c’è arte, ci sono solo corpi in mostra, un po’ come le galline nei loro recinti: tutte uguali, che sorridono e ballano a tempo, e (permettetemelo!) vuote. Esibizioni prive di significazione, balletti che restano impressi nella mente dello spettatore per quei labili secondi di presenza scenica, subito dimenticati. Si ha un uso dell’immagine femminile, ma la donna non sa “usare” la propria immagine al meglio. E’ lì sulla scena, ma è come se non ci fosse, è presenza fisica, pronta a smaterializzarsi non appena il jingle finisce. Detto questo, mi sono messa a fare ricerche in rete per vedere se in Italia si tengono manifestazioni dedicate al Burlesque ed ho notato (con mio grande stupore!) che a Milano da alcuni anni si tiene il “Milan Burlesque Award”, ideato e prodotto da “Les Vedettes, agenzia di booking Internazionale per eventi di Varietà e Burlesque. Quest’anno si è alla terza edizione. Nel weekend del 17-18 maggio sarà ospitato al teatro Elfo Puccini di Milano. Si premierà l’artista migliore tra venti Vedettes selezionate in tutto il mondo. Per quanto riguarda il vestiario, invece, c’è da sottolineare la Yamamay Christmas Collection 2010 che era completa di gadgets, cosmetici, capi di intimo e di abbigliamento. La collezione proposta non passava certo inosservata: bustier, baby doll, reggicalze e corpetti con fantasie e linee che richiamano all’atmosfera da Burlesque. Mentre per quanto riguarda il Natale 2012, l’ambientazione della campagna pubblicitaria è stata il Lido de Paris, locale famoso per spettacoli sugli Champs Elysees. Anche in questa collezione c’era un attento richiamo al Burlesque con pizzi e merletti pizzi e merletti per sottovesti e completini effetto vedo non vedo arricchiti da una cascata di paillettes. Sempre nella campagna pubblicitaria hanno partecipato anche due sportivi: Massimiliano Rosolino e Diego Occhiuzzi che invece, proponevano una linea più ironica ma altrettanto sexy. Ammetto di essere curiosa già da adesso in attesa della prossima linea  Yamamay 2013, chissà se verrà riconfermata la tendenza al Burlesque. 

Liza Minelli in "Cabaret".

Dita Von Teese.

Locandina della Manifestazione dedicata al Burlesque.

Christmas Collection 2010.

Christmas Collection 2010.

Christmas Collection 2012.
Dopo questa leggera e rapida panoramica non posso che introdurvi a questa citazione di Attilio Reinhardt, il più famoso ricercatore italiano sulla storia e la cultura del Burlesque:  
“Una delle formule di maggior successo prevede una serata totalmente dedicata al Burlesque, in cui il luogo dello show si trasforma in un locale d’altri tempi, dove persino gli spettatori diventano parte dello spettacolo, vestendosi con abiti vintage, anche improvvisati. Sul palco, le artiste si esibiscono con un tocco di malizia, trasformandosi di volta in volta in danzatrici esotiche, eroine cinematografiche, icone dei Sixties, donne – gatto… A scandire il ritmo dello show, il presentatore, dai modi affabili e divertenti.” 
Per concludere, i video scelti per questo post sono: "Mein Herr" interpretato nel film "Cabaret" da Liza Minelli e "Show me how you", cantata da Christina Aguilera nell'omonimo film "Burlesque"(A.)





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